Ci è spesso capitato di raccontare le origini delle danze caraibiche, balli che associamo a paillettes e piste danzanti, ma in realtà nati in un contesto molto diverso. Ormai i caraibici hanno una fama mondiale e hanno assunto connotazioni assolutamente nuove rispetto alle origini, oltre al fatto che vengono ballati per i più disparati motivi.

Ma se andiamo a scavare alle origini, queste danze avevano innanzitutto un valore simbolico e sociale. Certo, rappresentavano un momento di sfogo, di corteggiamento o di puro divertimento (un po’ come oggi) ma erano sempre connesse a complesse dinamiche collettive. Erano un modo per dar voce a chi non ne aveva, a chi viveva un ruolo marginale nella comunità, ma erano anche un modo per rompere le dinamiche di sopraffazione e miseria.

Ed è questo il motivo per cui molti di questi balli sono connessi anche alle feste popolari, una fra tutte il carnevale. Stiamo parlando della celebrazione che più di tutte vuole rompere gli schemi e invertire i ruoli sociali, il momento in cui tutto è possibile. Ecco perché a Cuba il carnevale diventò proprio la maniera per affermare la propria identità, contro la dominazione spagnola.

Dietro gioia, colori e balli c’era tutta la forza di una tradizione che voleva e vuole ancora oggi farsi sentire. E così da più di un secolo, nel mese di luglio i cubani amano celebrare il carnevale, in cui l’unica regola che sembra esserci è ballare, senza mai smettere.

La danza che caratterizza questo momento festoso è la conga, chiamata così proprio perché il suo ritmo sincopato è scandito dalle percussioni. Anch’essa di origine africana, è una sorta di marcia che coinvolge ballerini in fila indiana che si muovono seguendo dei passi prestabiliti e ponendo la mano sulla spalla di chi si trova davanti.

Insomma, è impossibile restare fermi ascoltando questi ritmi. Allora perché non approfitti anche tu di un momento gioioso come il carnevale nostrano per venire a trovarci? Noi ti aspettiamo nella scuola di ballo Jo Blanc.